La forma più semplice di fare impresa è l'impresa "individuale", dove un unico soggetto, che in questo caso coincide con il titolare dell'impresa, è il responsabile della gestione della stessa.  A differenza delle società di capitali nelle imprese individuali non c'è separazione tra il patrimonio dell'imprenditore e quella dell'impresa, in questo caso infatti di parla di "autonomia patrimoniale imperfetta".

Vi possono essere due forme di ditte individuali, l'impresa familiare e l'impresa coniugale.

L'impresa familiare è caratterizzata dalla partecipazione all'attività dell'impresa, oltre al titolare, dei suoi familiari fino al terzo grado di parentela, potendo gli stessi partecipare all'utile di impresa, a parte dei beni acquistati con gli utili di impresa, restando però il titolare di azienda l'unico responsabile dell'attività imprenditoriale.  

L'impresa coniugale è caratterizzata invece dalla presenza in azienda di entrambi i coniugi, dove gli stessi hanno pari responsabilità e non esiste un vincolo di subordinazione tra i coniugi, l'unico vincolo esistente è che l'impresa deve essere costituita dopo il matrimonio e che non deve esserci il regime di separazione dei beni tra i coniugi.

Costituire un impresa individuale è la forma più semplice anche dal punto di vista costitutivo, infatti non esistono vincoli di natura legale, non è previsto un capitale iniziale minimo per avviare l'attività, non è necessario redigere un atto costitutivo, il titolare non è tenuto alla predisposizione e al deposito del bilancio, esiste inoltre la possibilità di accedere a regime contabili di vantaggio come il regime forfettario e il regime semplificato. Come stabilito dall'Agenzia delle Entrate il regime forfettario rappresenta il regime naturale delle persone fisiche che esercitano un'attività di impresa in forma individuale purchè sussistano i requisiti stabiliti dalla legge, in caso contrario il regime da applicarsi è il regime semplificato.